I taralli dolci napoletani di Pasqua sono dei biscottoni rustici dal sapore antico. Durante la settimana Santa – e precisamente il Giovedì – le massaie napoletane usavano infornare questi gustosi biscotti che venivano realizzati con le raschiature e le briciole avanzate dalla realizzazione delle pastiere.
Un dolce di riciclo quindi, che nasce dall’esigenza di non buttar via nulla in tempi in cui la povertà e le ristrettezze economiche la facevano da padrone.
Isono tipici del Sud Italia, dalla Campania alla Puglia, sino a giungere in Calabria, dove vi è l’usanza di fare dei taralli aromatizzati all’anice e ricoperti con glassa di zucchero e confettini colorati, oppure, realizzare i ginetti.
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Tradizioni campane di Pasqua
Secondo la tradizione campana, i taralli dolci napoletani di Pasqua devono avere forma rotonda e leggermente schiacciata, come per i roccocò, ed essere molto grandi. Solitamente vengono spolverizzati di zucchero semolato in superficie prima di essere infornati per poi essere inzuppati nel latte anche durante l’ultimo giorno di digiuno e astinenza il Venerdì Santo, data la loro semplicità, oppure, sgranocchiati alla mattina di Pasqua prima del ricco pranzo in famiglia.
I taralli dolci di Pasqua sono una preparazione molto semplice che si basa su una pasta frolla di quelle classiche, fatta con farina, uova, zucchero e strutto che ne garantisce una morbidezza senza pari.
Questi biscotti inoltre, si conservano per diversi giorni e si possono aromatizzare con la Strega – tipico liquore campano – oppure con l’anice, il sambuca o il limoncwello. A voi la scelta!
Ingredienti
300 grammi di zucchero semolato
200 grammi di strutto
500 grammi di farina 00’
Una bustina di lievito per dolci
Buccia di un limone grattugiato
6 uova (2 interi e 4 tuorli)
Un bicchierino di Strega o liquore all’anice oppure sambuca
Una bustina di vanillina