Il piopparello o pioppino (Agrocybe aegerita) è un fungo commestibile molto apprezzato dagli italiani, fin dall’antica Roma, profumato e saporito. Il nome deriva dalla parola greca “aigeros” che significa pioppo. Essi crescono, in gruppi, sui vecchi tronchi di pioppi, più raramente di altri alberi.
In Italia sono conosciuti anche come piopparelli, e con tanti altri nomi dialettali quali “alberela”, “malagna”, o “chiuvetielli”.
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Caratteristiche e conformazione del piopparello o pioppo
Il piopparello o pioppino un cappello inizialmente bruno e assai scuro e convesso che via via tende a distendersi e il colore si fa più chiaro, ma quasi sempre con tonalità appena più scura verso il centro. Può arrivare a 14 cm di diametro. Da semisferico a quasi piano, presenta una superficie (cuticola) lievemente corrugata e spesso fessurata per la siccità, mentre a tempo umido si presenta un po’ untuoso.
Le lamelle sono fitte e sottili, di colore bianco-beige, poi grigio-brunastro e infine color tabacco per le spore mature.
Il gambo è molto variabile per diametro e altezza, generalmente slanciato soprattutto negli esemplari giovani, flessuoso, fibroso e compatto.
Ha un anello persistente, attaccato in alto a formare un colletto inverso membranoso, che si colora di bruno allorché ricoperto dalle spore cedute dalle lamelle.
La carne è bianca e compatta, ma di colore più scuro sul gambo e alla base di questo.
L’odore è caratteristico, ma di difficile descrizione; alcuni autori lo avvicinano al “lievito” o al “profumo di vecchie botti da vino”, altri ancora al “formaggio stagionato” oppure alla “farina rancida”.
Il piopparello o pioppino ha un sapore mite e molto aromatico.
I suoi nomi più comuni sono: piopparello, pioppino, foliota cespitosa, colombine (gli esemplari più sviluppati, soprattutto nelle fessure più alte della pianta che li ospita).
Habitat e coltivazione del piopparello o pioppino
Il piopparello o pioppino può trovare sui tronchi marcescenti (ma anche vivi, fino all’attacco definitivo del fungo) di molte latifoglie, specialmente di pioppo – che siano questi, bianchi, neri o tremuli non importa – olmo, sambuco, salice, ulivi, albicocchi, gelsi, ippocastani e più sporadicamente quercia. Anche gli alberi cosiddetti dolci, come il fico, possono essere sede di pioppini.
I piopparelli o pioppini sono funghi lignicoli, il che significa che crescono esclusivamente su legno, e prediligono i tronchi e le ceppaie degli alberi caduti. Non è raro, infatti, imbattersi in vere e proprie famiglie di pioppini che spuntano in fitte colonie, dando vita a spettacoli naturali affascinanti che colpiscono l’occhio e l’olfatto. I pioppini iniziano a spuntare in primavera, con il primo tepore stagionale, e la loro crescita continua fino all’autunno inoltrato, sopravvivendo perfino alle prime gelate leggere.
Questi funghi rivestono anche un’importante funzione ecologica: nutrendosi del legno in decomposizione, partecipano attivamente al ciclo di riciclo della materia organica, favorendo la fertilità del terreno e creando l’habitat ideale per altre piante e specie viventi. Per queste ragioni, il piopparello o pioppino è considerato una risorsa preziosa per la biodiversità dei nostri boschi, un elemento che contribuisce al delicato equilibrio dell’ecosistema forestale.
Un fungo il cui habitat ideale è il bosco chiaro e ben soleggiato delle aree agro-silvo-pastorali, ma soprattutto, quello igrofilo che costeggia i corsi d’acqua di pianura o fondovalle.
Si sviluppa in zone umide prossime a fiumi, ruscelli, corsi d’acqua, ma soprattutto nei tratti golenali dei fiumi dove, anse, meandri e secche, formano isolette, isoloni, o veri e propri laghetti o stagni.
Vegeta a partire dai primi tepori primaverili fino ai primi freddi autunnali.
Desidera temperature abbastanza costanti, mai sotto gli 8°C di minima notturna e possibilmente, con temperature massime comprese tra i 25 ed i 28°C.
Può vegetare anche attorno ai 30°C se in presenza di piogge/temporali estivi, frequenti con sbalzi termici continui e repentini abbassamenti di temperatura.
Difficilmente potrai trovare piopparelli o pioppini con caldo africano oltre i 30°C e, i pochi esemplari nati prima della vampata di calore africano, rimarranno immobili ad attendere che l’avvezione calda cessi, senza giungere a maturità per giorni e giorni.
Se l’avvezione calda durerà troppo a lungo, potrà persino capitare che i funghi secchino rapidamente avvizzendosi senza neppure marcire. Marciranno poi, con l’arrivo delle prime piogge post caldo.
Il piopparello o pioppino viene coltivato sin dai tempi dei romani, ad esempio, Plinio il Vecchio nella propria “Naturalis Historia” descrive le tecniche di coltivazione, specificando i modi migliori per ottenere tale fungo da tronchi di pioppo tagliato. Nel corso del secolo XX il pioppino è stato intensamente coltivato in Toscana, dove è tuttora presente nella gastronomia regionale.
La specie è piuttosto adattabile e si presta molto bene alla coltivazione su ceppi di latifoglie (es. pioppo o sambuco) parzialmente interrati e umidi; non bisogna però allagare il terreno circostante in quanto un eccesso di acqua può inibire completamente la formazione dei carpofori. Può anche essere fatto crescere su tronchetti di pioppo o substrati a base di paglia di frumento o anche di segatura. La sua crescita è piuttosto lenta. Il fungo viene ampiamente commercializzato ed è anche confezionato per la grande distribuzione.
Piopparello o pioppino o fungo chiodino sono la stessa cosa?
I funghi pioppini detti anche piopparello, nome scientifico “Cyclocybe aegerita”, è spesso confuso con i funghi chiodini, ma in realtà si tratta di due specie completamente diverse seppur abbiano in comune alcune caratteristiche per lo più morfologiche.
Anche i piopparelli o pioppini come i chiodini sono funghi saprofagi o parassiti, ovvero, nascono e crescono su tronchi di alberi morti o molto indeboliti.
I pioppini, similmente ai chiodini, crescono e si sviluppano in famiglie.
La raccolta del piopparello o pioppino
Quando si raccolgono i piopparelli o pioppini è importante tagliare i funghi alla base del gambo con un coltello affilato, per evitare di danneggiare il micelio, che è la struttura sotterranea del fungo responsabile della sua riproduzione.
È consigliabile utilizzare un cestino di vimini per il trasporto, in modo da permettere alle spore di cadere durante il cammino, favorendo così la diffusione naturale del fungo.
Attenzione a non confondere i pioppini con due specie tossiche: la “Hypholoma fasciculare” e la “Hypholoma sublateritium”: il primo, detto anche zolfino o falso chiodino, si distingue per avere il cappello di un colore giallo-aranciato molto intenso, mentre il secondo si differenzia per la colorazione rosso-mattone. Entrambi i due “Hypholoma” producono intossicazioni gastrointestinali anche gravi.
La Commercializzazione
Oggi i piopparelli o pioppini si trovano in commercio, tanto nei mercati e negozi rionali, quanto nei supermercati. Quelli commercializzati nei mercati possono essere anche selvatici, mentre quelli in vendita nei supermercati sono sempre coltivati.
I pioppini sono diffusi in diverse regioni d’Europa, Asia e Nord America. In Italia, questi funghi sono particolarmente comuni nelle regioni del centro-nord. Sono anche diffusi in alcune regioni dell’Europa centrale e meridionale, nonché in Asia orientale, dove sono coltivati commercialmente.
Nelle zone di Livorno, Pisa e Lucca esiste una grande tradizione per la raccolta e la coltivazione.
Conservazione del piopparello o pioppino
I piopparelli o pioppini hanno un buon pregio: dopo la raccolta possono durare a lungo, se conservati in frigorifero, in sacchetti preferibilmente di carta, mantenendo inalterate le proprie qualità organolettiche.
I funghi coltivati di solito sono già sufficientemente puliti, basta perciò strofinarli con uno straccetto umido prima di cucinarli, avendo cura di togliere la parte più bassa del gambo, perché potrebbe risultare leggermente coriacea.
Quelli raccolti in natura non andrebbero lavati con acqua, perché potrebbero, così facendo, perdere un po’ del loro aroma e sapore. Basta pulirli con una spugnetta umida, ma meglio ancora con un pennello. Come la maggior parte dei funghi a lamelle. Per poi rimuovere la parte finale alla base del gambo che presenterà ancora dei residui di terra, quindi a piacere potrete lasciarli interi o tagliarli a pezzi – se più grandi, sbollentarli e utilizzarli quindi nella preparazione delle ricette che più preferite. Ricordando che questo fungo dopo la cottura tende a ridursi di dimensioni.
I funghi piopparelli o pioppini da cucinare di migliore qualità sono generalmente quelli di piccole e medie dimensioni: vanno scelti con i gambi teneri e i “cappelli” di colore bianco o leggermente marroncini, altrimenti possono risultare poco digeribili. A differenza di altre tipologie di funghi che richiedono un consumo immediato, i pioppini durano più a lungo: in frigo, infatti, resistono oltre 48 ore senza perdere la loro freschezza ed il loro turgore.
I funghi pioppini tendono ad annerirsi durante la cottura, e hanno un aroma piacevole e tendente alla nocciola molto particolare, che conferisce un sapore ricco e deciso ad ogni ricetta.
Questi funghi, ancora prima di essere puliti si conservano facilmente in frigorifero per qualche giorno in sacchetti preferibilmente in carta.
Proprietà nutrizionali
Dal punto di vista nutrizionale si tratta di un alimento a basso contenuto calorico, pertanto, sono perfetti per chiunque stia seguendo un regime alimentare controllato non necessariamente solo ipocalorico.
Presenta molta acqua e molte fibre, per tanto è adatto per favorire il benessere dell’intestino.
Il piopparello o pioppino è un fungo altamente digeribile.
I funghi pioppini sono anche apprezzati per le loro proprietà nutrizionali. Sono poveri di grassi, ma ricchi di proteine, fibre e sali minerali: come il magnesio, il potassio e il fosforo. Inoltre, contengono vitamine del gruppo B e alcuni composti bioattivi con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che possono contribuire a una dieta sana ed equilibrata.
Inoltre, sono ricchi anche di sostanze antiossidanti che permettono di mantenere il nostro organismo giovane a lungo nel tempo. Sembra che il loro consumo possa scongiurare il rischio di incorrere in molte patologie e possa far diminuire i livelli di colesterolo cattivo.
Come cucinare i funghi piopparelli o pioppini
C’è chi dice che il piopparello o pioppino è il miglior fungo in assoluto per aroma e sapore. Di certo non può non essere che un ottimo fungo, se già gli antichi romani usavano raccoglierlo e cucinarlo. Dalla primavera all’autunno, sin dal Medioevo, finiva in casseruola ad insaporire carni e selvaggine di clero, nobili ed abbienti, mentre tra i più poveri, serviva a rendere più saporite zuppe di rape, altrimenti poco saporite.
Come la maggior parte dei funghi a lamelle, i piopparelli o pioppini si prestano ottimamente ad esser cucinati in abbinamento con l’uovo.
Sono perfetti da fare trifolati, ovvero saltati in padella con olio extravergine, aglio e prezzemolo o per molteplici altri usi, come, ad esempio per la preparazione di un risotto delicato e dal sapore autunnale o per il condimento di una pasta, fino ad un contorno saporito.
Usati per fare sughi, sia rossi che bianchi, molto apprezzati come accompagnamento per le carni, sia bianche che rosse, selvaggina, oppure delle saporite scaloppine.
Questi fughi sono perfetti anche per condire la pizza o farcire una lasagna vegetariana o ancora possono essere aggiunti anche a torte salate, a quiche o a crespelle, anch’esse salate.
Una classica ricetta molto usata nella città di Lucca o più in generale in Toscana, è quella di preparare i piopparelli o pioppini in umido, per condirvi poi delle gustose bruschette o una polenta fritta o tagliata triangolini ancora fumanti.
Accostati al tartufo, i piopparelli o pioppini consentono di creare una singolare miscela di sapori e di profumi mentre essiccati si conservano per lungo tempo, per una miriade di ricette.
Tagliatelle ai funghi pioppini in bianco
Ingredienti per 4 persone:
500 grammi di funghi pioppini freschi
Un bicchiere di vino bianco secco
2 spicchi di aglio
Prezzemolo fresco tritato Q.B.
Olio extravergine di oliva Q.B.
Sale Q.B.
Pepe nero dal mulinello Q.B.
Preparazione delle tagliatelle con i funghi pioppini in bianco
Risotto ai funghi piopparelli o pioppini
Ingredienti per 4 persone:
250 grammi di funghi pioppini
450 grammi di riso Vialone nano
Uno scalogno
60 grammi di parmigiano reggiano grattugiato fresco
Un rametto di rosmarino
Un litro di brodo vegetale
Olio extravergine di oliva Q.B.
Un bicchiere di vino bianco secco
Sale Q.B.
Pepe nero dal mulinello Q.B.
Preparazione del risotto ai funghi piopparelli o pioppini
Scaloppine ai funghi pioppini
Ingredienti per 4 persone:
500 grammi di funghi pioppini precotti
8 fettine di maiale
Una noce di burro
Farina 00’ Q.B.
Mezzo bicchiere di vino bianco secco
Uno spicchio di aglio
Prezzemolo fresco
Olio extravergine di oliva
Sale
Pepe nero macinato
Preparazione delle scaloppine ai funghi pioppini
Pioppini in umido
Ingredienti per 6 persone
700 grammi di funghi pioppini
300 grammi di pomodori pelati
2 spicchi d’aglio
Prezzemolo fresco tritato
Abbondante olio extravergine di oliva
Erbetta niepitella Q.B.
Sale Q.B.
Pepe nero dal mulinello Q.B.
Preparazione dei funghi pioppini in umido
Spezzatino con patate e funghi pioppini
Ingredienti per 4 persone
600 grammi di carne di vitello
500 grammi di funghi pioppini freschi
400 grammi di patate
Mezza bottiglia di passata di pomodoro
Mezzo bicchiere di vino rosso
2 spicchi di aglio
Una carota
Una cipolla
Una costa di sedano
Farina 00’ Q.B.
Prezzemolo fresco Q.B.
Olio extravergine d’oliva Q.B.
Sale Q.B.
Pepe nero macinato dal mulinello Q.B.
Preparazione dello spezzatino con patate e funghi pioppini
Funghi pioppini trifolati
Ingredienti per 4 persone:
Un kg di funghi pioppini
Uno spicchio di aglio
Uno cucchiaio prezzemolo tritato
5 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale Q.B.
Pepe Q.B.
Preparazione dei funghi pioppini trifolati
Funghi pioppini sott’olio
Ingredienti:
600 grammi funghi pioppini
800 ml di acqua fredda
400 ml di aceto di vino bianco
Olio di semi di girasole Q.B.
Foglie di alloro essiccate Q.B.
Foglie di timo essiccate Q.B.
Pepe nero in grani Q.B.
Sale Q.B. (un cucchiaio o fino a quando l’acqua sarà abbastanza salata).
Preparazione dei funghi pioppini sott’olio