La pigna di Pasqua ciociara è un dolce tipico della Ciociaria. Terminata la Quaresima infatti, tutte le famiglie contadine di quell’antica terra usavano preparare la pigna insieme alla pizza pasquale con salame fresco, uova benedette, la coratella e tanti dolcetti tradizionali.
Lasciato alle spalle il duro digiuno quaresimale, tutte le massaie si mettevano all’opera per preparare un dolce che nelle sembianze ricorda tanto quello del panettone, bagnato all’interno con liquore e arricchito di pezzetti di frutta candita, vaniglia o semi di anice che gli donavano il profumo meraviglioso.
Una volta impastata la farina con uova, zucchero semolato e lievito madre, il dolce veniva portato nelle panetterie paesane dove veniva cotto alla perfezione.
Per Pasqua tutte le pasticcerie ubicate nei territori che un tempo avevano fatto parte del Regno di Napoli sfornavano pigne dalla consistenza di un compatto ciambellone, più o meno alto.
Ogni famiglia della ciociaria ha la sua personale ricetta, tramandata da generazione in generazione. Alcuni infatti, usano mettere nell’impasto il lievito di birra, altri il lievito istantaneo per dolci, altri gli danno la classica forma simile al panettone, altri ancora di una ciambella glassata.
Nella tradizione popolare la pigna di Pasqua viene preparata nella settimana che precede la Pasqua, anche perché si conserva a lungo e per diversi giorni, rimanendo sempre come appena fatta e deliziosamente profumata.
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Simboli e leggende della pigna di Pasqua ciociara
Essendo un dolce diffuso in varie regioni del centro e del sud Italia, alcune ricette della pigna di Pasqua possono avere delle varianti locali, sia nella realizzazione e sia nel nome.
Nelle Marche ad esempio se ne fa una variate salata da consumare insieme alle uova e al salame, detta Crescia di Pasqua, a Napoli è conosciuta come casatello dolce o salato, in Toscana come pizza di Pasqua.
In tutti questi casi la pigna di Pasqua viene glassata in superficie e poi cosparsa di zuccherini colorati.
La pigna di Pasqua ciociara, nella tradizione, ha una simbologia molto profonda e radicata: infatti, rappresenta la morte e la resurrezione del Cristo Salvatore.
In molti raccontano che questo dolce potesse essere mangiato solo e soltanto nel giorno di Pasqua. Era rigorosamente vietato servirlo nei giorni che la precedevano e per scongiurare che i bambini di casa volessero gustarla in anticipo le nonne, intorno agli anni 20’ o 30’, gli facevano credere che se la mangiavano ci avrebbero trovato dentro un serpente!
Ma vediamo come si realizza questo dolce che in antichità veniva lavorato per ben quattro giorni ma che poteva conservarsi perfettamente per 40 giorni.
Ingredienti
200 grammi di zucchero semolato
140 grammi di lievito madre rinfrescato precedentemente 3 volte
3 uova
50 ml di latte intero fresco
50 grammi di strutto
40 ml di liquore a scenta tra: anice, rhum, Strega
Una bacca di vaniglia
Buccia di un’arancia grattugiata
Buccia di un limone grattugiato
500 grammi di farina 00’
100 grammi di canditi a cubetti
una stecca di cannella trita
Per la glassa
100 grammi di zucchero a velo
Succo di limone
Acqua Q.B.
Confettini colorati per decorare
Preparazione della pigna di Pasqua ciociara