Durante il periodo natalizio le tavole degli italiani sono colme di prelibatezze e dolci di ogni genere. Dai più conosciuti come il panettone o il pandoro a quelli noti per lo più a livello regionale, ma pur sempre ricchi di storia e dal sapore inconfondibile, come la bisciola valtellinese.
La bisciola è uno di quei dolci della tradizione italiana di antiche origini, propria di Sondrio, che si tramanda da generazione in generazione.
Nacque negli ambienti più umili del luogo, come è facile immaginare anche dal tipo di ingredienti utilizzati per prepararla.
Il suo nome deriverebbe probabilmente dal latino “buccella”, ossia, bocconcino.
Narra la leggenda che, la ricetta sia da far risalire ai tempi di Napoleone Bonaparte e precisamente alla fine del 1700’, quando il condottiero francese si trovava proprio in Valtellina, durante la sua Prima Campagna d’Italia. Sarebbe stato lui infatti a chiedere a un cuoco del territorio di fargli assaggiare un dolce che racchiudesse tutti i prodotti tipici valtellinesi.
Il cuoco obbedì e messosi subito ai fornelli inventò la bisciola, una specie di pane dolce con all’interno dell’impasto: miele, uvetta, frutta secca, burro e farina di grano saraceno.
Purtroppo però, pare che Napoleone non passò mai dalla Valtellina e che questa leggenda sia frutto solo di fantasia, ma ne rimane sicuramente che la bisciola è uno dei dolci natalizi più buoni della valtellina – forse risalente a un periodo ancora precedente a quello napoleonico – la cui ricetta viene tramandata da famiglia a famiglia.
Questo dolce abbastanza calorico, conosciuto anche come “Pan di fich“, (pane dei fichi, in dialetto valtellinese) o “Panettone valtellinese” – a dimostrazione del fatto che qui viene consumato anche al posto del classico panettone d’origine milanese – ha tantissime varianti, come ad esempio il Panun de Natal, la cui ricetta è custodita gelosamente dalle panetterie locali.
La bisciola era anche regalata ai bambini nel giorno di Natale dal padrino del loro battesimo in una forma speciale, ossia, quella di bambino.
Dal 7 giugno del 2013 la bisciola valtellinese è tutelata dal Marchio Collettivo Geografico (MCG) e data la sua eccezionalità, è stata inserita nell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
La pagnottella dal sapore dolce e propria del periodo natalizio – ma che in Valtellina si trova ormai tutto l’anno – da dolce dei meno abbienti è divenuto ormai un dolce per tutti e per tutte le tasche.
È perfetta consumata sia fredda che calda e, secondo la tradizione valtellinese, dovrebbe essere gustata bagnata leggermente nella grappa.
Per una versione ancora più golosa potete, volendo, accompagnare le fette di bisciola con una crema allo zabaione o della panna montata.
Ma vediamo come si prepara nel dettaglio la bisciola valtellinese che può essere sia di forma allungata che a forma di cupola…
Contenuti dell'articolo
Ingredienti per 4 persone
300 grammi di farina di grano tenero tipo 0’
100 grammi di fichi secchi
70 grammi di burro
100 grammi di uvetta passa
130 ml di acqua tiepida
70 grammi di zucchero semolato
30 ml di latte
10 grammi di lievito di birra
40 grammi di tuorli d’uovo
Un cucchiaino da caffè di miele
30 grammi di lievito naturale
2 grammi di sale
160 grammi di noci
Grappa Q.B.
P.S: in mancanza di lievito madre aumentate il lievito di birra fino al 5% del peso della farina.
Preparazione della bisciola valtellinese