Le lagane e ceci alla calabrese hanno origini antichissime. Le lagane sono la prima pasta fatto a mano della storia, nonché antenate delle nostre odierne lasagne. Sono delle strisce di pasta larghe circa 4 cm e spesse, conosciute già nell’antica Grecia e utilizzate anche nella preparazione di zuppe di legumi.
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La storia delle lagane
Un tempo le lagane non era certo come le conosciamo oggi in Calabria e in tutto il meriodione d’Italia, erano invece, un disco fatto con un impasto di acqua e farina, arrostito su una pietra rovente e successivamente tagliato a strisce.
Più larghe delle tagliatelle ma più strette delle lasagne, passarono dalla Magna Grecia fino alla Roma Imperiale: anche il poeta Orazio nelle sue Satire – una raccolta di componimenti che si articola in due libri, scritte tra il 35 ed il 30 a.C. – metteva in versi la sua cena a base di “lagani”, ceci e porri.
…inde domum me
ad porris et ciceri refero laganique catinum.
(…quindi me ne torno a casa
al mio piatto di porri, di ceci, di lagane ).
Il celebre gastronomo Apicio, nel suo “De re coquinaria” descrive con il nome di “lagani” delle sfoglie di pasta, condite con il “garum” o con la carne, e sovrapposte a strati, una versione antenata delle nostre lasagne.
Il loro nome deriverebbe dal greco “laganon” e dal romano “laganum” che vuol dire infatti, strisce. Il termine – Tria – si è poi diffuso nel Salento, oltre che in Sicilia, termine che in lingua araba vorrebbe dire pasta fresca e sarebbe direttamente riconducibile a questo piatto.
Il piatto del brigante
Le lagane e ceci alla calabrese o le lagane con i fagioli scuri sono chiamate con il nome di “piatto del brigante”, poiché pare, infatti, che i briganti che popolavano nella seconda metà del XIX secolo i boschi, fossero soprannominati ‘scolalagane’, perché creduti, nella fantasia popolare, ingordi di pasta.
Lagane e ceci: una tradizione della festa del Papà
Le lagane e ceci alla calabrese tipiche soprattutto della zone del cosentino si possono gustare tutto l’anno nelle trattorie del luogo, ma soprattutto nel giorno della festa del papà – il19 marzo – quando le massaie le preparano in onore del santo protettore degli artigiani e dei poveri – San Giuseppe – e le donano a tutte quelle persone ai margini della società, a poveri e bisognosi o semplicemente le consumano insieme a parenti e amici.
Questo rito praticato per molti, fino al 1968, – data dopo la quale questi festeggiamenti hanno subito una connotazione laica – deriva sicuramente dai riti pagani di purificazione agraria del 17 marzo, sui quali si innestò dal quindicesimo secolo la celebrazione cristiana di San Giuseppe, padre di Gesù, umile falegname e più volte perseguitato e respinto, eletto protettore degli artigiani e dei poveri.
Una tradizione antica e ancora attuale che racchiude in sè i valori di fratellanza, amore, condivisione e rispetto dell’altro, oramai quasi smarriti.
Le lagane e ceci alla calabrese possono essere considerate un perfetto esempio di piatto unico, nutriente, ricco di proteine, economico e sostanzioso, grazie all’accostamento di legumi e cereali.
La vera ricetta delle lagane e ceci alla calabrese
La ricetta delle lagane e ceci alla calabrese ha diverse varianti locali: con o senza il pomodoro, con lo strutto o con l’olio, con il finocchietto, ma in ogni caso perfetto da gustare in primavera come in inverno, accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso, naturalmente prodotto in Calabria.
Ingredienti per 4 persone
200 grammi di ceci
300 grammi di farina
Passata di pomodoro
Uno spicchio di aglio
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
Peperoncino rosso secco in scaglie
2 foglie di alloro
Sale
Preparazione della lagana e ceci alla calabrese