Conosciuto sin dagli Antichi Greci come Catone, Virgilio e Plinio il Vecchio, che lo citarono nei loro scritti, il pomo del cotogno veniva considerato frutto caro ad Afrodite. Secondo quanto sostiene Plutarco, le donne venivano spesso incoraggiate a mangiare una mela cotogna prima di andare a letto in occasione della prima notte di nozze…
Il cotogno può entrare sicuramente di diritto nella categoria dei “frutti dimenticati”. Coltivata già 4.000 anni fa dai Babilonesi, questa pianta è originaria dell’Asia Minore, e in particolare delle zone del Mar Caspio, dove sorge, ancor oggi, spontanea.
I Romani e i Greci le mangiavano crude col miele oppure ne facevano un gustoso sidro. La polpa, se masticata, veniva consigliata anche come antiveleno; simile ai peri ed ai meli, il cotogno è un piccolo albero tortuoso ormai troppo poco valorizzato, tanto che spesso viene confuso per una varietà di melo o pero mentre, in realtà, appartiene ad una specie distinta ed è classificato in un diverso genere.
Le mele cotogne si prestano molto bene a diventare gelatine o a essere ridotte in marmellata. I Romani, i quali apprezzavano molto questi frutti, conoscevano invece altri modi di conservarli: Columella (De re rustica) nel I sec. d.C. parla di “melomeli”: “a metà luna calante, con cielo sereno, ben pulite dalla loro lanugine, le cotogne vengono disposte in un vaso di terracotta a collo largo e coperte di miele molto liquido; si conservano a lungo e il miele, profumato dal loro contatto, diventa un medicamento contro la febbre”.
Contenuti dell'articolo
Come sono fatte le mele cotogne?
La cotogna ha un colore giallo intenso con buccia coperta da una leggera peluria, ha un sapore poco dolce e gode di proprietà astringenti. Come alcuni dei frutti appartenenti alla famiglia delle Rosacee, è ricca di vitamina A, C e vitamine del gruppo B.
Dopo la raccolta, le cotogne vengono conservate nella paglia per 2/3 settimane, ma il loro profumo è così forte che spesso può risultare nauseabondo, come scrive anche Antonio Targioni Tozzetti nel lontano 1847: “l’odore che mandano questi frutti è assai grande; tenuti in una camera possono produrre delle cefalee e delle vertigini per questi loro effluvi”.
Preparazione e ingredienti della cotognata
Ingredienti: un chilo di mele cotogne – 300 grammi di zucchero semolato – un limone
Private della buccia e tagliate a fette sottili le mele cotogne, raccogliendole in un recipiente di plastica per poi ricoprirle di zucchero semolato. Aggiungetevi la buccia grattugiata del limone ed il suo succo. Successivamente coprite la ciotola e fatela riposare tutta la notte.
Il mattino seguente riversate in tutto in un tegame, facendo bollire a fuoco basso per quasi tutto il giorno – almeno 7 ore – senza coperchio. Una volta che la cotognata sarà diventata di un bel colorito scuro e densa come uno sciroppo e sarà pronta completamente, mettetela in vasetti di vetro, sigillati ermeticamente.
Infine, capovolgete i barattoli di vetro per 10 minuti per creare il sottovuoto che ne consentirà la sua conservazione per lungo tempo.